Siamo interessati da un anticiclone africano? È una bufala! Ecco perché.

Come annunciato più volte nei nostri precedenti editoriali, abbiamo assistito ad un cambio radicale dell’assetto barico con l’instaurarsi di un flusso zonale piuttosto accentuato con la conseguente apertura del “canale atlantico” foriero di perturbazioni.

A partire da ieri e soprattutto da oggi, stiamo registrando sulla nostra isola un deciso aumento delle temperature che si sono portate su valori superiori alle medie stagionali di alcuni gradi.
Alcune testate d’informazione meteo stanno attribuendo tale fase mite all’espansione dell’alta pressione sub-tropicale. Si tratta davvero del famigerato anticiclone africano?

In realtà no.

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L’abbassamento di latitudine del flusso atlantico sta consentendo in queste ore l’avvicinamento di un’intensa perturbazione atlantica sul nord-Italia, perturbazione che dalle prossime ore sarà responsabile di un’acuta fase di maltempo sul nostro settentrione, ormai sfiancato da un lungo periodo di siccità con conseguente ristagno di polveri inquinanti.

Il sistema perturbato sta richiamando in queste ore miti correnti meridionali che stanno portando le temperature sulla Sicilia su valori prossimi ai +18°C.
Trattasi quindi di richiamo caldo in risposta all’avvicinamento di una perturbazione.
Tale situazione se pur termicamente simile a condizioni anticicloniche di stampo africano, presenta delle notevoli differenze che la differiscono.

Innanzitutto i venti: in presenza di anticicloni ben strutturati, che siano di origine azzorriana o africana, la presenza dei venti viene inibita dalla presenza di geopotenziali molto alti e con essa la formazione di nubi.
In questo caso non registriamo valori di geopotenziale particolarmente elevati (568 dam fra oggi e Domani, già in calo dalla giornata di Venerdì).

Assenza della lacuna barica iberico-marocchina: le possenti strutture anticicloniche di natura sub-tropicale per riuscire ad ergersi in tutta la loro veemenza necessitano di meccanismi dinamici chiari. In questo caso è essenziale la presenza di un’area depressionaria stazionaria o semistazionaria fra le isole Canarie, il Marocco e la penisola Iberica, cosa che non sta avvenendo in questi giorni.

Assenza di Subsidenza: In condizioni anticicloniche l’aria tende ad avvitarsi verso le quote atmosferiche inferiori passando da pressioni più basse a pressioni più alte. L’immediata conseguenza è il riscaldamento per compressione che “asciugando” l’aria, produce condizioni di cieli sereni con inversioni termiche presenti soprattutto nella stagione invernale, che producono freddo e/o nebbie, cosa del tutto assente in questa fase caratterizzata spesso da nuvolosità specie sull’entroterra associata in alcuni casi a deboli precipitazioni.

In sintesi stiamo vivendo una fase caratterizzata da un modesto campo di alta pressione che sotto la spinta della perturbazione sopracitata si muove da ovest verso est. I venti per lo più di Ostro e Scirocco sono innescati proprio da tale figura depressionaria e non di certo dall’espansione dell’alta pressione sub-tropicale.

 

Articolo di: Stefano Albanese

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